Arriva l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare: storie di un settore in crescita

09/01/2018

Riuso, riciclo e recupero: anche in Italia sono sempre di più le aziende che scommettono sul potenziale delle tre R e – abbandonando la strada maestra dell’economia lineare – imboccano il sentiero di un modello di sviluppo circolare e sostenibile.

Le storie di 100 di queste imprese che hanno scelto di affrontare il mercato con la forza di un ciclo produttivo alternativo a quello dominante sono raccolte nel primo Atlante Italiano dell’Economia Circolare, realizzato su iniziativa di Ecodom (Consorzio italiano per il recupero dei RAEE) e del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia (CDCA) e consultabile anche online.

  

Un’economia in cammino 

Dall’app che dispensa consigli su come differenziare i rifiuti all’arredamento di design che nasce dai legni raccolti sulle spiagge; dai funghi coltivati grazie i fondi di caffè alle microonde utilizzate per riciclare i vecchi copertoni: le strade battute dalle aziende che mettono in pratica i princìpi dell’Economia Circolare sono quasi infinite, ma accomunate dalla scelta di ripensare a fondo il ciclo di produzione mirando a ottenere una crescita sostenibile.

L’Atlante disegna una mappa della produttività italiana che rompe gli schemi consueti e prova a costruire un futuro innovando non solo prodotti e mezzi di produzione, ma lo stesso sistema produttivo – un’impresa dall’altissimo valore sociale e territoriale.

Si tratta di un universo che, nonostante i venti di crisi, guadagna sempre maggior spazio e che non ha timore ad affrontare mercati anche più estesi di quello di prossimità. Tra le aziende censite dall’Atlante dell’Economia Circolare, infatti, il 41% lavora localmente, ma il 33% ha il contesto nazionale come scena di competizione e il 2% addirittura non ha timore nel varcare i confini del Paese.

 

Orizzonti di crescita 

Il caso italiano non è un’eccezione su scala internazionale. Uno studio della Ellen McArthur Foundation (centro di ricerca sull’economia circolare) realizzato dalla società di consulenza McKinsey prevede che, in Europa, l’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030, portando a un incremento del PIL di 7 punti percentuali addizionali. 

Stime dell’Unione Europea, sullo stesso orizzonte temporale, attestano che l’adozione di modelli di produzione improntati maggiormente all’economia circolare potranno generare – entro il 2030 – risparmi fino a 630 miliardi di euro l’anno per il settore industriale europeo e circa 2 milioni di posti di lavoro.