Claudia Pellicori ci spiega cosa è il lavoro rigenerativo e come può aiutare a vincere la sfida della complessità.
“Cocoon Pro è nata nel 2011 dall’esigenza condivisa di un nuovo modo di intendere il lavoro. Venivamo da esperienze lavorative diverse, ma abbiamo condiviso la consapevolezza che i modelli economici e produttivi attuali portavano ad errori, inefficacia, frustrazioni. Invece di liberare il potenziale delle persone, lo comprimevano in registri desueti. Così abbiamo puntato tutto su un’idea diversa: no budgeting, nessun controllo direzionale, nessun colloquio di lavoro. Da noi funziona così, si entra direttamente nella governance e, se si crea valore per entrambe le parti, nasce un nuovo percorso condiviso. Abbiamo varato il modello organizzativo Liquido che è stato premiato a New York al MIX-Management Innovation Exchange e che vuole superare le rigidità delle vecchie strutture di governance per creare un nuovo sistema più adattabile e resiliente, più dinamico e orientato agli obiettivi”.
Claudia Pellicori racconta Cocoon Pro con l’entusiasmo inesausto di chi pratica da tempo per l’ambizione di portare nel mondo del lavoro nuovi paradigmi di sviluppo più umani e funzionali.
“Uno dei nostri punti di riferimento è il lavoro rigenerativo ipotizzato da John Fullerton, ex banchiere di Wall Street e fondatore del Capital Institute. Oggi tutti noi siamo alle prese con la straordinaria complessità del presente, ma al tempo stesso siamo chiamati a creare un nuovo sistema economico animato da processi circolari e sistemi sempre più integrati, ma capaci di valorizzare la persona. In questo contesto pensiamo che la realizzazione degli individui e la capacità delle organizzazioni di creare valore economico duraturo passino per una serie di realizzazioni che non sono più soltanto economiche. In quanto persone la consapevolezza di contribuire a un processo più grande di miglioramento del mondo può essere un motore potente di sviluppo. Cocoon Pro si pone come agente facilitatore di un cambiamento che può liberare nuove energie positive”.
Ma in pratica come funziona?
Il nostro scopo è quello di aiutare le imprese a essere più rilevanti, ossia a modificare positivamente le vite degli stakeholder, di tutte le comunità coinvolte con l’impresa. Un altro pilastro della strategia è la resilienza: le imprese devono imparare ad accogliere il cambiamento e ad adattarsi per trarne vantaggio e diventare più solide. È un concetto di resilienza fluido e non rigido, basato su specifiche organizzazioni del processo decisionale per esempio. Infine, un altro obiettivo è la risonanza, la capacità di amplificare le energie dell’impresa alla luce dei suoi successi. Queste dimensioni sono proposte all’impresa tramite diverse modalità: possono essere incontri di grandi gruppi aziendali, workshop rivolti a uno specifico settore aziendale o livello manageriale, esperienze “retreats” e “mind-openers” di riflessione e trasformazione. Ci sono poi gli interventi di coaching, di training, gli assessment. Alla base di tutti questi processi c’è l’individuazione del linguaggio dell’impresa e l’esperienza della condivisione che ci permette di fare emergere percorsi, criticità, opportunità, valore. Sono le persone che si scoprono e scoprono il percorso da intraprendere, ma per attivare tutto questo servono le nostre tecniche.
La Beautiful Work Week (BWW) che state organizzando a novembre a Milano è un esempio di tutto questo…
Sì, dal 13 al 16 novembre a Milano questa manifestazione mondiale – sarà attiva contemporaneamente in 6 Paesi diversi – promuoverà proprio questo approccio al lavoro rigenerativo. Il primo giorno di apertura sarà dedicato agli esperti: personalità provenienti dalle istituzioni, dalle università, dalle imprese ci mostreranno un nuovo modo di intendere il lavoro e creare valore economico duraturo. Spazio all’economia rigenerativa insomma. Il giorno dopo, il 14 novembre, sarà la volta del Global Serious Game Fest: si passerà all’azione con workshop pratici ed esperienze concrete che permettono di abbattere le barriere della comunicazione e co-creare un modello più sano di sviluppo. I giochi seri sono uno strumento molto potente che consente spesso di abbattere le barriere più o meno consapevoli ed esplorare più intimamente temi, criticità, sfide di un’impresa e di un’organizzazione. Noi usiamo spesso con successo strumenti come gli “Story Cubes” o la “Carte Dixit” che con l’attivazione di simboli e metafore sbloccano spesso nuovi livelli di comunicazione e di analisi. Permettono di affrontare tematiche anche spinose, come il senso della collaborazione o della delega, il significato di “co-creare”. Emergono in questo modo ai nostri incontri strategie, obiettivi, percorsi… I due giorni successivi della BWW, il 15 e il 16 novembre, ospiteranno l’European Organisation Design Forum (EODF). Si tratta di un evento che raccoglie le esperienze dei designer di organizzazioni, coloro che progettano questi percorsi di evoluzione aziendale e studiano strumenti e opportunità di questi nuovi modelli. Il tema è suggestivo "Far progredire il design organizzativo – Ritorno alle nostre radici". Ancora una volta si avanza facendo un passo indietro, riflettendo, a dimostrazione che nelle sfide del presente i modelli lineari devono spesso lasciare il posto ad esempi più sostenibili di circolarità.
Intervista a cura di Giovanni Digiacomo