L'Economia civile

La ricchezza di pensare diversamente. Ricostruire il ruolo dell’impresa è un’impresa. Civile.

Cos'è l'Economia Civile? Un modello di sviluppo inclusivo, partecipato e sostenibile che discende da una tradizione di pensiero economico sviluppatasi in Italia nel Settecento, ma che affonda le sue radici nell'Umanesimo del XV secolo. Questo insieme di principi e valori è tornato prepotentemente d'attualità con la crisi economica, ispirando quotidianamente dibattiti e comportamenti. L'Economia Civile rimette il bene comune e la persona al centro della vita economia delle imprese, in contrasto con le idee dominanti di stampo liberista.

Aderire a un modello di Economia Civile significa scegliere comportamenti virtuosi nell'interesse della comunità come del proprio: i vantaggi ambientali, sociali, economici e relazionali si riverberano sulla reputazione dell’azienda, sulla sua capacità di mobilitare abilità ed entusiasmi, sulla sua redditività e sulla sua solidità economica.

Vogliamo unire i protagonisti di questo prezioso cambiamento di prospettiva e accompagnarli con proposte originali e concrete.

L’economia civile non contrappone Stato e mercato o mercato e società civile. Inoltre teorizza che anche nella normale attività di impresa vi debba essere spazio per concetti come reciprocità, rispetto della persona, simpatia. Stefano Zamagni

Sinistra

L'impresa e il suo ruolo nell'economia civile

Secondo l'economia civile, l’impresa non è una macchina economica che – rispondendo alle leggi del mercato – deve semplicemente massimizzare l’utile privato, ma un vero e proprio organismo civile, che occupa un ruolo di primo piano nella comunità e ha nei suoi confronti responsabilità economiche, culturali e sociali. 

L’economia civile auspica un bilanciamento, un rinnovato sguardo sul fare impresa che porti a trasformare il lavoro da semplice mezzo di profitto a fine. Questa è la strada per garantire alla persona uno sviluppo completo, il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali, socio-relazionali ed esistenziali e all’azienda una crescita armonica e al riparo dalle crisi di periodo.

L’Economia civile è un laboratorio, di prassi e di teoria. Un processo inclusivo e aperto, dove c’è spazio per chiunque cerchi un pensiero più profondo, capace di rivolgere al sistema domande radicali e trovare le risposte.

Destra

Reciprocità, comunità, cultura d'impresa: le parole chiave dell'Economia civile

L’Economia civile, a differenza dell’economia capitalistica che mira al bene totale, persegue il bene comune. Il suo protagonista è l’Homo reciprocans, contrapposto all’Homo oeconomicus delle teorie capitaliste.
In questo quadro, l’impresa civile produce esternalità sociali.

 

Le parole chiave dell'Economia civile sono:

 

  • Reciprocità. È la caratteristica fondante dell'universo concettuale dell'Economia civile. Ogni azione viene compiuta nell'ambito di una relazione tra soggetti non per la pretesa della ricompensa che ne deriva, ma perché generata dall'aspettativa. Questo scambio è alla base del pluralismo e permette alla società di garantirsi un futuro.
  • Comunità. Nell'Economia civile, l'impresa è un soggetto che riscopre il proprio ruolo all'interno della comunità e si afferma come protagonista della crescita e del progresso della comunità stessa. L'impresa, insomma, diventa una fonte di bene non solo materiale, ma anche culturale e sociale.
  • Bene comune. È l'obiettivo cui tende l'intera società secondo l'Economia civile. Non si tratta della semplice somma dei livelli di benessere raggiunti dai singoli (il bene totale dell'economia capitalista), ma dell'insieme delle condizioni di vita dell'intera società, che favoriscono il benessere e il progresso umano di tutti i cittadini. Per questo, l'olivettiana fabbrica di beni provò a trasformarsi in una fabbrica di bene.
  • Cultura di impresa. I fini e gli obiettivi dell'Economia civile non possono essere perseguiti se non attraverso una profonda analisi e riflessione sul significato di fare impresa. Sono le imprese stesse, e gli uomini che danno loro vita e le guidano, a dover divenire consapevoli del proprio ruolo. Una rinnovata cultura d'impresa che sia coscienza d'impresa e delle proprie responsabilità sociali, civili, economiche e culturali.